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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/86

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80 storia della decadenza

che reputavasi l’oracolo della Chiesa. Ma il santo personaggio non si mostrò: assorto, a quanto parea, nelle sue profonde meditazioni, o nelle sue estasi mistiche, lasciò solamente esposta in fronte alla sua porta una tavoletta, ove le turbe lessero le seguenti parole: „Sciagurati Romani! perchè abbandonaste voi la strada della verità? Perchè invece di mettere la vostra fiducia in Dio, negli Italiani l’avete posta? Col perdere la vostra fede, perderete anche la vostra città. Signore, abbi compassione di me. Io protesto al cospetto tuo che sono innocente di questo delitto. Sciagurati Romani, pensate bene, trattenetevi e pentitevi! nell’atto stesso che abbiurerete la religione dei padri vostri; nell’atto stesso che vi collegherete coll’empietà, cadrete schiavi sotto uno straniero servaggio„. Udito questo avviso di Gennadio, le vergini spose di Dio, pure come gli Angeli, e superbe come i demonj1, sorsero contra l’atto di unione, e maledirono qualunque lega coi partigiani presenti e futuri della Chiesa latina; le imitò, le approvò la maggior parte del Clero e del popolo. Uscendo del monasterio di Gennadio, i devoti Greci si sparsero per la taverna bevendo alla confusione

    tanto accanimento, Leone Allazio (Diatrib. de Georgiis in Fabric. Bibl. graec., t. X, p. 760-786) ha creduto che vi fossero due uomini di tal nome; ma il Renaudot (p. 343-383) ha confermata l’identità della persona, e la doppiezza del carattere.

  1. Quest’ultima espressione è inconveniente; bastava dire, ostinate nella loro opinione, e fanatiche: si sa pur troppo che in cotali controversie non vi fu e non v’è luogo a via di mezzo, a riconciliazione ed a pace. (Nota di N. N.)