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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/98

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92 storia della decadenza

descritto, ridestò la speranza ne’ Greci e divenne una rampogna all’indifferenza dimostrata dalle nazioni occidentali collegate col greco Impero; massimamente in considerando che milioni di Crociati erano venuti in altri tempi a cercare una inevitabil morte ne’ deserti della Natolia e fra le rupi della Palestina; e che qui non era sì grave il pericolo, attesa la situazione di Costantinopoli, munitissima per natura contra i nemici, e ai confederati accessibile. Non facea d’uopo d’un troppo rilevante armamento delle Potenze marittime per salvare gli avanzi del nome Romano e mantenere una Fortezza cristiana nel centro del turco Impero. Cionnullostante i tentativi fatti per liberare Costantinopoli si limitarono alla spedizione di questi cinque vascelli; le nazioni lontane non mostrarono cruciarsi nè poco nè assai de’ progressi de’ Turchi, e l’Ambasciatore ungarese, stavasi in mezzo al campo turco, per dissipare i timori e regolare le fazioni del Sultano1.

Era cosa difficile pe’ Greci l’indovinare i segreti del Divano; cionnullameno i loro autori sono persuasi che una resistenza così ostinata e maravigliosa avesse stancata la perseveranza di Maometto. Vuolsi ch’ei meditasse una ritirata, e che ben presto avrebbe levato l’assedio, se l’ambizione e la gelosia del secondo Visir non avesse prevalso ai perfidi suggerimenti di Calil-Pascià che si mantenea sempre in

  1. Duca, mal istrutto, a confessione di lui medesimo, degli affari dell’Ungheria, attribuisce a questo fatto un motivo di superstizione. „Gli Ungaresi, dic’egli, credeano che Costantinopoli sarebbe il termine delle conquiste de’ Turchi„. V. Franza (l. III, c. 20) e Spondano.