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96 del rinnovamento civile d'italia


memoria dei secoli ; anzi per alcune di queste parti io non rinvengo nell’etá moderna chi meglio renda qualche similitudine di quell’antico onde assunse il nome e invidiava la fama unica1. Ma le virtú del gran papa furono, come in quello, miste ai vizi del suo secolo, i quali egli prese dal Borgia e trasmise al Medici successore; migliore però a gran pezza dell’uno e dell’altro e indegno di essere paragonato al primo. Ché se i principi della sua vita politica furono colpevoli, sublime ne fu la fine; e quando egli fosse stato capo e moderatore della liberazione patria come il terzo Alessandro, per modo che le azioni del principe non detraessero al decoro del pontefice, la magnanima impresa avrebbe rapito di maraviglia eziandio i suoi nemici. Pio nono in congiunture assai piú propizie e con molta piú agevolezza potea fornire il desiderio di Giulio, se alla bontá dell’animo fosse stato pari l’ingegno. Ma quel poco che fece bastò pure a mutare le condizioni italiane; tanto che s’egli avesse operato per «errore» come afferma il signor Melegari, non che potersi tal errore giudicar «funesto alla nazionalitá nostra», dovrebbe dirsi felice e di gran profitto. Perocché quando il ristauro italico non si fosse incominciato dal papa, non potremmo oggi sperare che sia per compiersi senza il papa. Ma di ciò altrove.

Non bastava ai faziosi il ritirar Pio dalla guerra, se non lo inducevano ancora a stracciar lo statuto e rimettere in piede l’oligarchia clericale. A tal effetto era d’uopo strapparlo da Roma, dividerlo dal suo popolo e assieparlo in guisa che i malvagi fossero padroni delle udienze e non pervenisse al suo orecchio né informazione dei fatti né bontá e opportunitá di consigli. Ma come indurlo ad abbandonar la sua sede? I tumulti di Roma e il fiero caso del Rossi e del Palma giunsero a proposito; i puritani servirono agl’illiberali meglio che questi potessero desiderare. La fuga del papa fu un grave errore, dando ai nemici della libertá e a quelli della monarchia l’acconcio di colorire i loro disegni; ma gravissimo il ricoverare in tal luogo che né dentro né fuor d’Italia potea darsi il peggiore. Pio, volendo



  1. Documenti e schiarimenti , xvi.