Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/10

Da Wikisource.
4 del rinnovamento civile d’italia

i bisogni civili crescono, le idee si propagano, i popoli fremono, e la parte democratica acquista ogni giorno nuovi proseliti, eziandio in quelle contrade che le erano meno propizie.

Il mondo civile è dunque in uno stato violento che non può durare, e s’incammina a nuove rivoluzioni piú vaste, piú fondamentali e forse piú terribili delle passate. Certamente a niuno è dato di antivedere con certezza se la risoluzione sará presta o tarda, subita o graduata, temporaria o definitiva, perché le ragioni probabili dai due lati si contrabbilanciano. L’esperienza induttiva può indurci a credere che la peripezia sia ancora lontana, imperocché le grandi commozioni sociali (qual fu quella del quarantotto) sogliono essere divise da un intervallo tanto lungo quanto si richiede a rinnovare almeno in parte la vivente generazione. Questa legge, che nasce dalla solita vicenda di quiete e di moto, che governa non solo i progressi civili ma l’esplicazione di tutte le forze cosmiche, vedesi verificata da un mezzo secolo nella storia generale di Europa e da assai piú addietro in quella degli Stati e popoli particolari. Dall’altra parte è indubitato che nel mondo sociale le ragioni del tempo non vanno sempre a sesta, essendo in arbitrio degli uomini l’accelerare o ritardare quei movimenti che nascono dalla natura intrinseca delle cose. Né ora mancano le cause di acceleramento sí nella tensione e nell’urto universale delle cupiditá, delle idee, degl’interessi; sí nella incapacitá dei rettori, che, governandosi coi tòrti appetiti e colla pertinacia anzi che col senno, possono d’ora in ora far traboccare le ire che accumulano da un triennio. Stando adunque che le sorti dei popoli possano rivolgersi fra pochi mesi o fra molti anni, la civile prudenza prescrive che si discorra e si operi secondo il presupposto piú grave e pericoloso. Imperocché se questo si avvera, troppo importa il non perdere un’oncia di tempo per apparecchiarsi: se il contrario ha luogo, quanto piú di spazio si avrá a tal effetto, sará tanto meglio; e l’esito riuscirá men tristo o piú lieto, secondo che gli animi vi saranno piú disposti e preparati di lunga mano.

Le peripezie politiche sono in Italia assai piú pericolose che in Francia e in altri paesi, perché le divisioni politiche rendono