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libro primo - capitolo quinto 101

in coloro che per gli anni o il senno giovaneggiano; e dicesi «comune», perché il piú degli uomini per difetto di natura o di educazione non giungono mai a quella maturitá perfetta di spirito che è privilegio di pochi. Esso è pertanto il vincolo che stringe insieme la moltitudine cosí nei popoli e nelle altre aggregazioni particolari come nel genere umano, e fa quasi di essa una persona unica. E in quanto partecipa del senso retto e viene consentito e avvalorato dai pochi savi che lo purgano dalla scoria, diventa opinione pubblica, la quale fu però da un antico chiamata «il senso del popolo»1. La quistione agitata piú volte: se il senso comune sia il supremo criterio del vero o si debba sottoporre alla ragione dei saggi, si risolve facilmente colla distinzione anzidetta; imperocché essendo quello un misto di retto senso e di volgare, che è quanto dire di ragione e di sensibilitá o di fantasia, egli è soltanto legittimo giudicatorio in quanto tiene della potenza piú autorevole. Solo il retto senso, cioè la ragione, è capace di cernere con sicurezza nei dettati del comun sentimento la veritá sostanziale delle cose dalla loro specie ingannevole2.

La scienza in universale corre pei tre gradi accennati, incominciando col senso fanciullesco e volgare, passando pel senso giovanile e comune e riuscendo in fine al senso retto, proprio dell’etá ferma. Questo corso è piú o meno lento, secondo la natura degli oggetti in cui versa e quella dei popoli presso i quali si opera. Laddove nell’antichitá remota tutte le scienze erano bambine, molte di esse ancor oggi non sono uscite dei termini dell’adolescenza o giovinezza, come si raccoglie dall’incerto

  1. «Populi sensus maxime theatro et spectaculis perspectus est» (Cic., Ad Att., ii, 19).
  2. Gli antichi davano il nome di «senso comune» o «cenentesi» a quel sentimento che riunisce in un solo gruppo le sensazioni particolari. La cenentesi perciò tramezza fra i sensi particolari degl’individui e il senso universale o comune, inteso secondo l’uso dei moderni. Imperocché raccozzando essa in uno le sensazioni varie del soggetto, è guidata dall’unitá obbiettiva degli esseri, onde nascono le sensazioni, e importa conseguentemente un’apprensione obbiettiva di essa unitá. La quale apprensione obbiettiva è appunto il senso comune o universale dei moderni, e specialmente della scuola scozzese.