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proemio 7

si potea vincere e assolidare i frutti della vittoria. Né mancavano al Piemonte i mezzi di sostenere l’impegno, se i suoi governanti avessero voluto e saputo adoperarli. Ma essi in vece ai primi disastri abbandonarono la causa patria; e questa, venuto meno il suo primo e quasi unico sostegno, necessariamente andò in rovina. Cosicché se oggi siculi, napoletani, romani, toscani, ducali, veneti e lombardi gustano gli amari frutti dell’oppressione domestica e forestiera, egli ne debbono saper grado principalmente agli uomini che ressero il Piemonte. Gli errori dei quali sono però tanto piú degni di considerazione, quanto che furono piú gravi, piú inescusabili, ed ebbero maggior parte nelle comuni calamitá della patria.

Poco dirò dei casi e dei reggitori esterni, da quelli di Francia in fuori, atteso che le deliberazioni di questi furono in piú di un caso strettamente legate colle cose nostre. La critica però non sará scompagnata dalla lode; perché s’egli è vero, com’è verissimo, che la politica francese fece due anni sono gravi ferite all’Italia, egli è però falso, come artatamente fu sparso, che quando la fortuna del Piemonte o non era ancora del tutto prostrata o poteva risorgere, i nostri vicini ci disdicessero ogni aiuto. E pogniamo che le loro offerte fossero in un caso poco spontanee e nell’altro scarse; erano però di qualche momento e potevano salvare o almen migliorare le cose nostre. Tanto che se in addietro vera fu la querela che gli estrani promettono e poi non attendono, questa volta il torto fu dal canto del Piemonte; il quale, come gli antichi Parti chiedevano a Roma i principi e poi li rifiutavano1, cosí esso domanda a Parigi i soldati e poi non li vuole. Forse il giorno non è lontano in cui sará necessaria un’alleanza che io prédico da dodici anni come opportuna; e però a spegnere i freschi rancori, giova il sapere che se i ministri francesi rincatenarono i romani a dispetto della nazione, questa assai prima gli stringeva a soccorrer l’Italia, e l’avrebbero fatto se il Piemonte non contrastava.

  1. Tac., Ann., xii, 14.