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libro primo - capitolo sesto 133


a quelli degli altri. Or le industrie e la coltivazione, fattrici della ricchezza, dipendono dall’operositá degli uomini e dalle buone leggi, e però non conseguono la perfezione loro dove manca la libertá. Anche il libero spaccio ha i suoi inconvenienti e può nel principio piú nuocere che giovare, come accade piú o meno a tutte le riforme eziandio ottime; perché ogni mutazione, distruggendo l’equilibrio e scomponendo l’ordine antico per sostituirgliene un nuovo, non può fare che in sulle prime non causi qualche disordine. Ma questo non può durare, atteso l’armonia intrinseca degl’interessi1, la quale, essendo una legge di natura fondata nella condizione immutabile delle cose, a poco andare vien sempre a galla, e solo manca quando si vuol sostituire un indirizzo capriccioso e violento delle forze sociali alla loro spontanea e libera esplicazione. Ora qual forza sociale è maggiore e piú viva ai dí nostri dell’istinto nazionale dei popoli? E se è dannoso e a lungo impossibile l’inceppar le franchigie ed i traffichi, sará egli piú ovvio e fruttifero l’opprimere le nazioni? e il tôrre loro il conseguimento di quel bene che è la somma e la cima del vivere franco e civile? Ovvero si vorrá credere che il rifiorire delle nazionalitá sia meno propizio all’utilitá generale che quegli altri capi? Tanta è l’evidenza di queste ragioni e la lor parentela con quelle che favoriscono la libertá commerciale e governativa, anzi tale la medesimezza fra le une e le altre, che la Gran Bretagna non può differir gran fatto a superare il breve intervallo che ancor la divide dalla politica naturale, promovendo anche pel proprio utile il compiuto risorgimento e l’unitá nazionale dei popoli europei.

Il patrocinio delle nazioni giova non solo come strumento di prosperitá ma eziandio come presidio di sicurezza. L’esempio è, in politica non altrimenti che in morale, di grande efficacia; cosicché ogni volta che impunemente si oltraggia o si calpesta la nazionalitá di un popolo, l’ingiuria è comune a tutti, massime se all’impunitá del misfatto si aggiunge l’assenso tacito od espresso di chi potrebbe e dovrebbe impedirlo. Per la qual cosa è quasi

  1. Vedi le Armonie economiche di Federigo Bastiat.