Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/188

Da Wikisource.
182 del rinnovamento civile d'italia


che alcuni filosofi chiamano «di natura», ma che è veramente contro natura; siccome è difficile che vadano scompagnate dall'effusione del sangue innocente e non sieno per qualche tempo la festa dei ribaldi e il trionfo della barbarie; siccome dánno luogo alla licenza della plebe corrotta e alla tirannide dei demagoghi, tolgono alla libertá il freno che la rende salutare, interrompono i traffichi, le industrie, i progressi del sapere e della cultura universalmente, annullano la sicurezza che è il maggior bene sociale, e colle esorbitanze aprono la via alle riscosse e alle rappresaglie; siccome, non riuscendo, peggiorano lo stato pubblico, ed eziandio vincendo la prova, sono piú o manco seguite da un certo regresso; siccome in fine debilitano coll’esempio l’autoritá di chi regge, porgendo ai malcontenti un pretesto e ai popoli un allettativo per ribellarsi dai governi anche buoni con isperanza di migliorare, onde sogliono avere uno strascico d’inquiete e d’agitazioni e una coda di vari malanni, quasi convalescenza penosa di un grave morbo: per tutte queste ragioni, dico, apparisce quanto s’ingannino coloro che innalzano le rivoluzioni a dignitá di principio e scrivono nei codici il diritto della rivolta. Si aggiunga che le rivoluzioni recate in arte, come sono immorali, cosí sogliono avere cattivo esito, mancando loro la spontaneitá e subitezza proprie di quelle che procedono naturalmente. Le quali non si possono preparar colle trame, come non sono prevedibili con sicurezza, somigliando anco da questo lato alle repentine peripezie di natura, che fanno bensí parte della scienza e providenza divina, ma non di quella che è conceduta agli uomini. Insomma le rivoluzioni sono eccezioni straordinarie, e il ridurle a regola ed a calcolo ripugna alle coscienze piú gentili non solo cristiane ma paganiche; onde non è meraviglia se alla dottrina di Paolo si accorda quella di Epaminonda1. Ché se oggi ancora il volgo dei democratici preme le orme della vecchia scuola, e mette il senno politico nel mulinare scompigli e ordinare a priori le rivoluzioni colle congiure, gli ingegni piú eletti entrano in una via

  1. Plut., De gen. Socr.