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216 del rinnovamento civile d'italia


Il municipalismo italiano nell’ultimo periodo variò di gradi e di forma secondo le diverse provincie. Toccò il colmo in Sicilia, perché nei tempi di civiltá tenera e rozza il mare separando i popoli, la condizione insulare rende l’individualitá dei comuni piú risentita e piú viva. I siciliani da questo lato somigliano ai còrsi, presso i quali il nodo patrio non fu difficile a troncare; al contrario dei sardi, posti anch’essi in isola, anzi piú dentro mare, e tuttavia di spiriti e di pensieri italianissimi. Laonde siccome tra le nazioni europee singolareggia l’inglese, cosí il siculo tra i popoli italici; e questa conformitá accresce l’inclinazione che gl’isolani del mare interno hanno a quelli dell’esteriore. Il siciliano antipone in cuor suo l’Inghilterra all’Italia, perché considera questa come una straniera vicina ed incomoda, quella come una protettrice potente e, benché lontana, unita seco dal consorzio delle acque. Oltre che, i vincoli dell’isola italiana colla penisola furono maggiori nei secoli addietro, quando la Sicilia era alleata della repubblica di Pisa e aveva seco e con altri municipi nostrali frequenza di traffichi e di cortesie1. Anzi se il fondamento dell’italianitá risiede nel comune idioma, può dirsi che ella avesse la sua cuna in Sicilia, dove i dialetti toscani cominciarono a diventare illustri mediante il fior degl’ingegni che si raccoglievano e poetavano nella corte di Federigo, educandovi bambina quella letteratura che poco stante diventò adulta per opera dell’Alighieri. Oggi all’incontro ogni legame è tronco e il divorzio civile è compiuto, stante che l’unione politica con Napoli, non che esser fomite di concordia e veicolo di coltura, è piuttosto mantice d’ira e laccio di servitú. Se non che i siculi, odiando a buon diritto la tirannide borbonica, errano a confonder seco il popolo napoletano. Perciò se, scotendosi testé dal collo il giogo di Ferdinando, diedero un esempio magnanimo di valore e il segno del riscatto al resto d’Italia, non può negarsi che la rottura coi regnicoli di terraferma non sia stata di danno e di scandalo, porgendo al principe un pretesto per ritirar le sue armi dalla guerra patria e accrescendo lo scisma della nazione.

  1. Vedi fra gli altri il Tempesti nella sua Storia letteraria di Pisa.