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libro primo - capitolo nono 221


Quanto in Sicilia predomina l’idea municipale, tanto in Napoli la nazionale; onde da questa uscí il numero maggiore di uomini che si formassero un vero concetto del Risorgimento italico e lo promovessero con senno, come ora lo nobilitano colla prigionia e coll’esilio. E la forza dell’animo risponde nel Regno all’energia del pensiero, come il calore alla luce del sole che lo feconda. «I napoletani sono forniti altamente di quel coraggio di resistenza passivo, tenace, indomabile, ostinato, contro il quale vanno ad infrangersi necessariamente le arti della violenza. È celebre il detto di Giordano Bruno ai giudici dell’inquisizione che gli leggevano la sentenza di morte: ‘Maiori forsitan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam’. In questo detto magnanimo e sublime per antica semplicitá si compendia, per cosí dire, l’indole dei liberali napoletani»1. Egli è da notare che le tre idee sovrane della civiltá moderna, cioè la maggioranza dell’ingegno virtuoso, la riscossa delle classi infelici e l’ordinamento delle nazioni culte, sono antiche e native in quell’estremo d’Italia. Imperocché il primato dell’ingegno e della virtú vi ebbe principio con quei vetusti pitagorici, che fondarono la prima scuola di speculazione e di politica, accoppiando la pratica all’insegnamento; i quali, perseguitati e sterminati dai tiranni, si mostrarono sapienti nel vivere, forti e magnanimi a morire: glorioso esempio e rinnovato da un’altra scuola italica e regnicola, emula della prima, in sul finire del passato secolo. A questa lode degli ottimati va di pari la gloria del popolo e della nazione; imperocché, senza parlare dell’eroica lotta di Sannio, il meriggio d’Italia fu il principio e il campo delle guerre servili e delle sociali: quivi lo schiavo per la prima volta volle affrancarsi e il cittadino essere italiano; sorse colla cittá d’Italica il concetto della patria comune; colle imprese di Euno e di Spartaco incominciò la riscossa plebeia e quel moto parificativo delle condizioni che, avvalorato dal cristianesimo, non è ancora compiuto, onde interprete e vittima sventurata fu il buono ed amabile Masaniello. Cosí la filosofia, madre delle

  1. Massari, I casi di Napoli, p. 8.