Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/307

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libro primo - capitolo decimo 301


dittatura, che è nobile e legittima se viene indirizzata alla nazionalitá e indipendenza patria, diventa un abuso dispotico se non fa che aggiunger balía a chi regge e non mira piú lungi di se medesima. E non solo è inonesta e disutile ma nociva, perché all’odio che ne risulta non recano ristoro e rimedio, come nell’altro caso, i successi dell’avvenire. E quasi sempre tali rigori, non consolati da nulla di grande (pogniamo che non portino subito i loro frutti), preparano da lontano scissure funeste, rappresaglie acerbe, dolorose vicissitudini. Chi sa che un giorno il Piemonte non abbia da piangere la severitá inutile usata verso Genova nel quarantanove?

Colla rinunzia del soccorso francese e dell’impresa di Livorno venne meno lo scopo della mia legazione; e se avessi pure serbata qualche fiducia di ravviare la politica sarda, l’arrivo di un nuovo plenipotenziario me l’avrebbe tolta. Imperocché nel presentarlo ch’io feci al ministro francese, questi essendo rientrato a parlare del presidio e dichiarandosi contento di Fenestrelle, come di posta non pericolosa per le ragioni allegate in proposito di Savoia, di Nizza, di Genova, e opportunissima nel caso che la vicina metropoli e il cuor del Piemonte dovessero esser protetti da un insulto tedesco, Stefano Gallina reiterò, in termini cortesi ma precisi, il rifiuto. Onde io fui chiaro che non solo la risoluzione di sconsentire all’offerta era irrevocabile, ma che la stessa domanda di aiuto non era stata sincera, rifiutandosi dei vari soccorsi che poteano chiedersi in quelle circostanze il maggiore e il piú efficace. Cosí la mia ambasciata era resa inutile non mica dalla Francia, onde io aveva ottenuto piú assai che in tali circostanze non avrei osato sperare, ma da coloro che me l’avevano commessa; il che mostrava quanto leale e seria fosse stata la commissione. Fallito l’intento per cui io me l’era addossata, dovea rinunziarla; oltre che altre ragioni di prudenza e di decoro me l’imponevano. Vedendo e toccando con mano che l’abbandono d’Italia era risoluto e che prevaleva di nuovo in Piemonte la parte municipale, io non poteva rendermi complice né anco in apparenza de’ suoi trascorsi, giacché molti credevano che io da Parigi indirizzassi il