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36 del rinnovamento civile d’italia

mirando, per dir cosí, a ricreare la nazionalitá italiana e mettere in luce tutti i suoi componenti, e intendendo di scrivere non solo ai presenti ma eziandio agli avvenire, mi fu mestieri discorrere pei vari rami della scienza e della cultura, risalire alla filosofia prima e ingegnarmi di dare alle mie conclusioni politiche una base storica e ideale proporzionata. E la piú parte de’ miei compatrioti essendo allora sfiduciata, o fredda e indifferente, o anche avversa alla redenzione, non poteva affidarmi di persuader gl’intelletti, se non m’industriava al possibile di muovere le fantasie, accendere i cuori, allettare gli spiriti colla bellezza e magnificenza del quadro che metteva loro dinanzi, e anche di gradire agli orecchi colla elocuzione; tanto piú che mi parea indegno di perorare a modo di certuni la causa patria con barbara favella. Doveva inoltre guardarmi di accrescere gli ostacoli in vece di rimuoverli, impaurendo o irritando i nostri nemici, fra i quali Roma dentro e l’Austria di fuori erano i principali. Per tranquillare il papa e i chierici, bisognava insistere sulla religione, mostrare i vantaggi inestimabili che le credenze cattoliche avrebbero tratti dal riscatto italiano, e lo splendore che ne tornava al pontificato. L’Austria poi conveniva addormentarla, non assalendola di fronte ma per isbieco: ché altrimenti «le mie pagine non avrebbero avuto ingresso in alcuna parte della penisola; del che niuno vorrá dubitare, se si ricorda qual fosse la condizione di essa in quei tempi»1.

Il che però non tolse che «gli austriaci non trovassero che il mio libro da capo a fondo si occupava di loro e non lo proibissero severamente nei loro domini»2; ma potè almeno leggersi in Piemonte, in Toscana, in Roma, in Napoli. Cosí

    distinguere in politica il fine dai mezzi e i generali dai particolari. Tutti gli amatori antichi e moderni d’Italia si accordano intorno allo scopo e a certe generalitá che lo riguardano, ma circa i particolari e i mezzi differiscono. Ora io credo di poter affermare senza presunzione che per questo secondo rispetto le dottrine del mio Primato si differenziano dalle precedenti, non certo in ogni loro parte, ma nella somma loro, specialmente per ciò che riguarda il processo speculativo e pratico, la tela scientifica e direi quasi il metodo della politica da me proposta.

  1. Il gesuita moderno, Losanna, 1847, t. v, p. 146.
  2. Ibid.