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46 del rinnovamento civile d’italia


Il ripudio dell’idea democratica troncava vie meglio ed immiseriva le dottrine e le opere del Risorgimento; tanto piú quando si aggiunse loro il concorso di uomini assai meno ingegnosi e giudiziosi dei prelodati. I municipali cominciarono a sfatare i miei libri, tra perché la parte teoretica vinceva la loro apprensiva, e la pratica contrastava alle loro mire; levando a cielo per contro quelli del Balbo e dell’Azeglio, e prendendo a svolgere e ampliare con sommo studio i germi viziosi, ma quasi impercettibili, che contenevano. D’altra parte siccome gli estremi s’intrecciano, il difetto partorí l’eccesso, e gli sforzi degli uni per ristringere il Risorgimento indussero gli altri ad allargarlo e spingerlo oltre i limiti opportuni, rendendo cosí irreparabile il divorzio dei democratici e dei conservatori. Lo sbaglio di costoro fu di confondere l’avvenire ideale d’Italia col presente effettuabile, e di credere che il primo periodo della nuova vita dovesse esaurirne i progressi e dar tutto quel meglio che si poteva desiderare. Egli era difficile il mettere un argine a cotal pendio, da che il disegno primitivo era stato guasto e impicciolito; e quando io cercai di fermare il punto in cui si dovea sostar per allora e proposi l’unico mezzo che rimaneva per impedire la soprastante rovina, io ebbi a portare la pena dell’altrui colpa, come se da grettezza e parzialitá di sistema o da poca conoscenza degli uomini e del secolo nascesse quel contegno pratico che le congiunture correnti e la previdenza mi prescrivevano.

A sviare il Risorgimento per difetto e per eccesso dalla sua natura concorsero piú o meno le sètte, i governi e i principi, mossi in gran parte e eccitati dalle dottrine e dagli esempi forestieri. Le dottrine furono la causa e gli esempi l’occasione del male, il quale nacque conseguentemente dalla trascuranza dell’italianitá, che doveva essere il primo carattere dei pensieri e delle operazioni nostre. Proponendomi di riandare partitamente questi vari capi, comincerò dagli esempi, poi passerò alle dottrine e in fine discorrerò delle fazioni e degl’individui che ebbero una parte piú principale nel successivo scadere e nell’ultimo tracollo delle cose italiche.