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104 del rinnovamento civile d'italia


il fondamento, per simile gli accordi pattuiti dagli Stati non militano contro gli ordini della nazionalitá e della indipendenza, che sono il decalogo politico delle genti incivilite. — Ma Roma, essendo capo del mondo cattolico, è una cittá cosmopolitica e non italica. — Forse anche questo è scritto nei trattati? o fu definito come articolo di fede dai padri scettrati del concilio di Vienna? Il confonder la Chiesa colla cittá, perché l’una alberga accidentalmente nell’altra, è cosi ragionevole come se un ammiraglio si credesse signor del mare che fende col suo vascello.

Il partito fu atroce, perché tale è ogni guerra che un principe fa a’ suoi popoli senza necessitá estrema; e piú ancora, se esso principe è il padre dei cristiani e investito di un sacerdozio che ha per carattere essenziale il perdono e la mansuetudine. Ora la necessitá non v’era, perché i romani a principio non pensavano a mutare il governo ed erano inclinati a comporre, e il Piemonte offriva le sue armi per assicurare il pontefice da ogni pericolo. Ma l’aggiustamento e il presidio vennero rifiutati perché appunto si voleva la guerra, perché questa si desiderava non come via di ristauro ma come pretesto di riscossa per violare il patto e lacerar lo statuto. Perciò quando Pio scrisse al generale Oudinot che il suo animo «abborriva dal sangue sparso»1, queste parole giustificano le intenzioni del papa non i fatti e i consigli del suo ministro. Se questi ripugnava davvero a spargere il sangue, perché scagliare l’anatema versarsi nelle contumelie? irritare il popolo? respingere ogni accordo? ributtare la mediazione? e insomma recar le cose al disperato? Il Guicciardini stima a buona ragione «indegno che il pontefice vada personalmente negli eserciti contro alle terre dei cristiani»2. Ma forse sta meglio sottrarsi al pericolo e combattere non solo i cristiani ma i figli col braccio straniero? Io per me antepongo Giulio infermo e decrepito che corre i rischi dell’ultimo soldato per redimer la patria, a chi, diserto il suo popolo, si nasconde e gli concita addosso gli oltramontani



  1. Lettera dei 5 di luglio del i1849 (Le Journal des débats, i7 juillet i549).
  2. Stor., ix, 4.