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106 del rinnovamento civile d'italia


Canuti, il Farini, il Mamiani, il Minghetti, il Montanari, il Pantaleoni, perseguitati o fuggiaschi, e per colmo di bruttura, le crudeli vendette condite di religione e le rabbie clericali santificate dai miracoli.

L’abrogazione dello statuto fu il degno suggello dell’invasione straniera e delle altre enormezze. Io scriveva nel principio del quarantotto che «il reggimento costituzionale è fatto a bella posta per gli Stati ecclesiastici»1; cosicché se fosse stato ignoto o insueto all’Europa, era d’uopo inventarlo per Roma. Coll’aiuto suo si poteva senza tôrre al pontefice il dominio temporale assegnarne a’ soli laici il maneggio, riservando alla Dieta federativa la guerra. Né la stampa libera e l’indirizzo laicale dell’«istruzione, delle ambascerie, dei negozi esteriori erano impossibili a comporre colle condizioni e cogli obblighi del potere ecclesiastico. Pellegrino Rossi (col quale ne discorsi lungamente in Roma) non riputava il nodo intricato impossibile a sciórre; e l’avrebbe sciolto allorché fu ministro, se il ferro non troncava i suoi giorni. E però quando un lodatore della spedizione francese2 viene a insegnarci con singolare franchezza che «ogni cattolico dee necessariamente volere e richiedere che il papa essendo principe temporale sia anche sovrano assoluto, perché, dato che riconoscesse il principio della sovranitá nazionale e fosse come i principi civili soggetto alla leggein vece di esserne autore e arbitro, egli diverrebbe suddito romano e la libertá cattolica perirebbe colla sua»3; e conchiude che «Pio nono ebbe mille ragioni di abolir gli ordini liberi, e la Francia il torto di volerglieli imporre»4; — egli non merita altra risposta che quella di essere mandato a leggere prima di decidere e di giustificare con puerili sofismi una solenne e brutale violenza. Ancorché fosse stato imprudente il dar lo statuto,



  1. Apologia, p. 405.
  2. Lodatore in alcune pagine e riprenditore nelle altre. Tanto la politica della spedizione era concorde a se stessa!
  3. Lemoinne, op. cit., pp. 8, 9.
  4. Ibid., pp. 5, 6.