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CAPITOLO DECIMOQUINTO

epilogo del primo libro


Conchiudendo del Risorgimento italiano, non sará superfluo il ricapitolare brevemente le cose dette intorno alle varie cause che concorsero al suo esito infelice. La precipua delle quali fu intrinseca, cioè lo sviamento dalla sua natura ed origine; ma provenne da cagioni estrinseche, cioè dai casi e dagli uomini. Di natura e di origine il Risorgimento fu italico e nazionale, per le dottrine conformi alle tradizioni e agli spiriti patri; spontaneo ed autonomo, perché nacque dal consenso dei principi e dei popoli ed ebbe per molle principali P autoritá ideale di Roma e l’egemonia militare del Piemonte; dialettico e graduato, perché fu anzi una trasformazione che una rivoluzione, e senza alterare o distruggere gli ordini vigenti li perfezionò e ritrasse verso i loro principi. Cominciò colle riforme, segui collo statuto: avrebbe dovuto procedere ulteriormente colla lega politica (di cui si ebbe un preludio nell’accordo tentato delle dogane) e compiersi colla cacciata del barbaro e il regno dell’alta Italia. Tutte queste parti (e cosí pure il loro progresso, l’ordine, il disponimento) non erano arbitrarie ma insieme connesse logicamente, tanto che l’una supponeva l’altra né si poteva mancar di una sola senza nuocere a tutte. Esse facevano, per cosí dire, una dialettica, la quale, frantesa dagli uni per error di mente e guasta dagli altri per animo fazioso, venne meno alla prova dal primo istante che fu mutata in una sofistica.

L’italianitá dei concetti e degli efficienti e la gradazione del corso erano tanto necessarie all’assunto, che questo dovette