Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/177

Da Wikisource.

libro secondo - capitolo primo 173


si reca nell’inchiesta un animo libero da ogni illusione di parte, uno spirito prudente per non trascorrere, e ardito per abbracciar quel futuro che giá presussiste a guisa di germe nelle cagioni e sará attuato dal corso fatale degli eventi? Dico «fatale», avendo rispetto a quella parte dei casi che dipende da leggi universali e invariabili, non a quella che procede dall’arbitrio umano. Ma l’arbitrio può solo nei particolari, e il suo sviarsi non ha forza di rompere le leggi che reggono il mondo civile cosi fermamente come quello della materia; pogniamo che riesca a rallentarne o renderne meno perfetta e regolare l’esecuzione. Perciò se la nostra antiveggenza non può córre le particolaritá che dipendono da libera elezione, può bensí apprendere i generali, come quelli che derivano dalla natura e dalle sue leggi.

Stando adunque fra questi termini e districando dai fatti patenti e presentanei i semi riposti, in primo luogo io mostrerò che il Rinnovamento italiano non può essere una semplice ripetizione del Risorgimento; poi andrò cercando, stando in sui generali, quali sieno i caratteri, le leggi e i cardini suoi propri. Compiuti questi due assunti per quanto le mie forze me lo permettono, passerò ad abbozzare alquanto piú divisatamente (senza però uscire dagli universali) le condizioni richieste alla nuova èra e a combattere alcuni errori vigenti che possono pregiudicarle. Nel fermare le note e le proprietá del moto avvenire io non dirò nulla di mio: sarò semplice storico e m’ingegnerò di essere divinatore nei termini ragionevoli, deducendo dai fatti certi e presenti le contingenze e probabilitá future. Osserverò insomma il metodo che ho sempre tenuto per l’addietro nelle cose civili, studiando la realtá delle cose e fondando in essa i miei giudicati. Cosi feci quando mi adoperai a preordinare il Risorgimento o a conservarlo, traendo dallo studio delle condizioni e dei successi di allora i suggerimenti e i pronostici. Bene antiveggo che molti ai quali spiaceranno le mie conclusioni me le apporranno a colpa, come se io fossi complice della certezza o probabilitá loro, e stesse in poter mio di dare agli avvenimenti un indirizzo diverso da quello che è voluto dalla providenza. Il che è come imputare la crisi o la morte dell’infermo al