Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/270

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di papa» (0, anch’io presi parte da lontano ai pubblici applausi, ma in cuor mio temeva, sapendo che i miracoli passano e non durano, e scriveva a un amico le parole seguenti:

Fate bene a sperare, mio buon Montanelli; ma ancorché la nostra fiducia fosse delusa per questa parte, dovremmo tuttavia consolarcene, perché il Risorgimento italiano andrá innanzi anche senza il papa, e anche senza il papa non lascerá di essere cattolico. Io aveva pensato a quest’ultimo punto fin dai tempi di papa Gregorio, allorché in quella notte scurissima niuno poteva antivedere l’aurora di Pio. E avevo giá abbozzata in fantasia un’opera, per mostrare che gli ordini cattolici contengono nella loro mirabile composizione un principio di salute all’Italia anche senza il concorso del maggior sacerdozio, anzi a malgrado del contrasto di esso. Quando le cose peggiorino a segno di toglierci ogni speranza nel regnante pontefice, compilerò questo lavoro e lo pubblicherò; e se male non m’appongo, esso basterá a conservare al nostro ristauro il carattere religioso presso gli spiriti assennati, e a tranquillarli nel caso che far si debba un’opposizione civile al governo di Roma. Ma prima di disperare e di ricorrere a tal partito, bisogna lasciare a essa Roma spatium resipiscendi ; e chi ne è piú degno di Pio? Non preoccupiamo la soluzione di quel dilemma, che è tuttavia sospeso nelle mani della providenza. Il dilemma è questo: il governo temporale del papa è egli destinato a ringiovanire e capitanare le sorti comuni d’ Italia? ovvero a perire come non piú necessario a presidiare l’indipendenza della religione, atteso le condizioni mutate della cultura e dei popoli? Ben vedete che Iddio solo può sciogliere il dubbio. Noi dobbiamo aspettare e governarci secondo i fatti, che sono la rivelazione continua della providenza. Ma in ogni caso dobbiamo tenere per fermo che l’esito sará conforme ai bisogni del cattolicismo e che i principi ideali di questo saranno sempre la base di ogni civiltá (*).

(1) Cosi lo chiamò il Giordani in Parma, ai 17 di maggio del ’48, in un colloquio che io ebbi seco.

(2) Il Montanelli conserva l’autografo di questa lettera. Pochi giorni sono, un giornale democratico di Torino appuntava «certi falsi sapienti che avevano spacciata intorno la dottrina dell’Italia papale e governativa, quando nel 1848 il grido di — Viva Pio nono! — fu un grido di ricongiungimento, fu la parola d’ordine dietro la