Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/346

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e divenga possibile ogni qual volta abbiano luogo tali eventi che la costringano a uscire della neutralitá sua e a posporre i capitoli alla sicurezza. Riguardo alla Francia bisogna distinguere i casi, potendo in essa prevalere uno Stato democratico o demagogico. Chiamo «demagogico» ogni reggimento che offenda legalmente la ragion delle cose e prevarichi la giustizia, la quale dentro risiede nel rispetto dei meriti, della proprietá e delle persone, e fuori nell’osservanza della nazionalitá e autonomia dei popoli. Qual governo violasse tali diritti e volesse imporre all’Italia una forma particolare di polizia o necessitare la sua elezione (che è tutt’uno), renderebbe certo impossibile l’allegarsi seco; ma questa ipotesi è estrinseca al mio tema per una ragione che mi par capitale. La quale si è che uno Stato di tal sorta avrebbe corta vita, si ucciderebbe da sé, darebbe luogo in breve a un governo piú savio o ad una riscossa spaventevole dei vecchi dominatori, perché niun ordine civile può durare che non sia fondato nella natura delle cose e nella giustizia, e il violare l’indipendenza dei popoli è ancora piú iniquo che l’offendere la proprietá e gli altri diritti degl’individui. Niun ordine può durare che ripugni alla natura, la quale crea le nazionalitá varie e la spontaneitá loro, vuole che ogni nazione sia arbitra delle proprie sorti e proceda in modo conforme alle due leggi di proporzione e di gradazione. La politica contraria è quella del congresso di Vienna; e se è strano che i vantatori di repubblica pensino a imitarla sotto altra forma, egli è naturale che gli stessi semi producano gli stessi frutti, e tanto piú rovinosi quanto che di forze ordinate e di perizia i despoti prevalgono ai demagoghi. Nel secolo scorso la condizione quasi disperata della Francia suggerí a Giuseppe Cambon questo mezzo di difesa, e poco appresso il Direttorio ne fece il saggio, ciascun sa con che effetto; e la dittatura repubblicana voluta esercitare in Italia sottopose la Francia al militare imperio del Buonaparte, che tirò indietro l’Europa di un mezzo secolo. La sapienza civile dell’etá nostra non dee ripetere servilmente le massime della passata, anzi dee cansarne gli errori, le imperfezioni, le esorbitanze; altrimenti non saremo progressivi ma retrogradi. Quali