Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/348

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delle genti slavotedesche. Ciascuno dei due Stati ha d’uopo in un certo modo e si rifa dell’altro; il che io trovo simboleggiato in due uomini divisi da lungo intervallo, cioè in Cesare e in Napoleone: l’uno dei quali, nato in Roma, ottenne i primi allori in Francia; l’altro, cittadino francese, gli ebbe in Italia: cosicché entrambi fondarono in esse quella potenza che dette loro il dominio della patria rispettiva e del mondo. Tanto è vero che le due nazioni si servono di aiuto e di elaterio scambievolmente. Ma se non debbono esser disgiunte come Austria e Italia, non però vogliono confondersi insieme a scapito della nazionalitá loro. La persuasione contraria sviò in antico i nostri maggiori e piú di recente i nostri vicini. Cesare conquistando la Gallia pose fine alla romana repubblica, e Napoleone soggiogando l’Italia preparò la ruina della propria potenza. Di che molti e luttuosi esempi aveano giá dato i suoi precessori,

ché non lice

che ’l giglio in quel terreno abbia radice Ò).

Le imprese di usurpazione e di conquista, oltre al durar poco, partoriscono infiniti mali, e gravissimo di tutti quell’odio reciproco di due nazioni sorelle, che, incominciato dai vespri siculi, si stese alle pasque veronesi e al Misogallo. Benvenuto Cellini scrive che a’ suoi tempi «i francesi erano con italiani quasi tutti nemici mortali» < 1 2 \ Péra chi volesse rinnovare quei brutti esempi ; e siccome a ovviare i soprusi di un popolo verso l’altro il miglior modo è l’allegarli insieme, sia l’amistá dei francesi e dei sardi auspice all’Italia tutta di unione patria e autonomia nazionale.

11 partito è anco utile, checché avvenga, sicuro e meno pericoloso di ogni altro, perché se la sorte disfavorisce la Francia, cadiamo con una potenza che può risorgere e che risorgerá certo, perché il trionfo finale della democrazia è indubitato: serbiamo intatto l’onore, la virtualitá egemonica e le speranze. La perdita dello statuto non si vuol computare, quando avverrebbe

(1) Ariosto, Fur., xxxm, io.

( 2 ) Orific., Var. racc., 6.