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CAPITOLO QUINTO

CONTINUAZIONE DELLO STESSO ARGOMENTO

Innanzi tratto giova il ripetere che il pieno esercizio dell’egemonia piemontese nei termini propri del Rinnovamento non può aver luogo senza una di quelle commozioni universali e straordinarie, che danno agli eventi una foga inusitata e agevolano tali imprese che altrimenti sarebbero vane ed assurde. Ma questo caso possibile in se stesso non esclude (se si discorre dei tempi piú a noi vicini) la possibilitá di un avviamento diverso e contrario; e potrebbe anche accadere che niuno dei due estremi si verificasse e le cose procedessero per una via mezzana tra l’uno e l’altro, che è quanto dire per un sentiero misto di vicende repentine e di equabili andamenti. In tal caso l’egemonia piemontese, non potendo sortire il suo pieno intento, dovrebbe accostarglisi al possibile e procedere all’ordinamento d’ Italia, parte con quelle pratiche che giá abbiamo accennate, parte, occorrendo, eziandio colle armi. Quali sieno gli ostacoli che ella incontrerebbe nel suo cammino, come potria superarli e qual sarebbe l’assetto italiano effettuabile in tal presupposto, non accade qui il cercarlo, giacché non si può procedere fruttuosamente in tale inchiesta senza prima ponderare alcuni fatti e alcune probabilitá, che richieggono speciale discorso. Riserbandomi dunque a parlarne altrove, dico che un tale assetto, essendo difettuoso e imperfetto di sua natura, sarebbe piú tosto da considerare come prossimo apparecchio che come esito del Rinnovamento, il quale per ciò che ci riguarda non può avere