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capitolo duodecimo 59


adoperare le armi, lo scopo primario della spedizione diventò secondario con saputa e consenso del maggior numero dei ministri ; e la guardia dell’Appennino fu il colorato pretesto che si pose agli apparecchi per occultarne le intenzioni. Oltre il generale Della Marmora ne informai in appresso anche il Chrzanovvski; e non che allegare i romani o Napoleone fuor di luogo per riprovarla, ci diede il suo assenso. Che piú? Qualche giorno prima che io uscissi del governo commisi al Chiodo di aggiungere una nuova brigata alle altre squadre, il quale poco stante mi disse di aver giá dati gli ordini opportuni. Il che io feci non mica per timore che alla fazione toscana i primi soldati non bastassero, ma per esser pronto a marciare su Roma se le circostanze eran favorevoli al disegno. Nulla su questo ultimo punto si era deciso in Consiglio; ma io parlando al generale non gli tacqui a che mirasse principalmente l’ordine che gli dava e gli apersi i miei pensieri per l’ intera pacificazione dell’Italia centrale. Certamente prima di metter mano alla cosa l’avrei conferita a’ miei colleghi; né anticipando l’apparecchio per isparagno di tempo in un’opera che richiedeva celeritá grande, io obbligava la loro elezione, ma bensí’ supponeva che avrebbero compiuto l’assunto che di buon grado mi consentivano d’incominciare1.

Benché la singolare asserzione del Chiodo mi desse il diritto di esporre il vero liberamente, tuttavia mi risolsi di posporre ogni riguardo personale alla condizione difficile in cui erano i ministri che mi calunniavano. Perciò non entrai nelle ragioni

che legittimavano un’impresa divenuta impossibile dopo il mio congedo, o nelle cagioni particolari di questo; ché la prima discussione sarebbe stata inutile, e la seconda non solo indecorosa ma contraria alle regole, obbligandomi a rivelare oltre i torti



  1. Debbo aggiungere a scusa del generale Chiodo un romore corso in quei giorni, della cui veritá non mi rendo però mallevadore. Si disse che egli fosse disposto a raccontare sinceramente come le cose erano passate e ne venisse distolto da alcuni de’ suoi colleghi sotto pretesto di necessitá politica. Ma la necessitá politica non legittima le bugie, sovrattutto quando tornano a pregiudizio dell’innocente. 1 ministri dovevano confessare di aver aderito alla mia idea e che, pensatoci sopra, avean mutato parere. Ciò non lacca torto a nessuno, ed è meglio passare per incostante che mentire pubblicamente.