Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/184

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conservazione e del progresso, coi quali l’uomo imita la creazione, traendo a luce il nuovo, mantenendo e perfezionando l’antico. Se non che l’imitazione non è bene intesa se le due parti non vanno di pari passo e non procedono strettamente unite; tanto che la prudenza sia audace e l’audacia prudente, compenetrandosi a vicenda b). Il loro divorzio è innaturale in se stesso e nella pratica riesce nocivo e fazioso; né per altro, come vedemmo, fa mala prova nelle cose politiche lo scisma invalso fra i conservatori e i democratici, i primi dei quali sogliono essere prudenti ma pusillanimi e senza ardire, i secondi audaci ma spensierati e senza consiglio.

L’uomo audace e prudente non disinfinge né ignora i pericoli ma gli assale con ardita fronte, e quindi è magnanimo. Le ..difficoltá, non che spaventare l’animo suo, lo stimolano e l’incoraggiano, godendovi dentro, quasi in elemento consentaneo alla sua natura, come la salamandra poetica del Cellini, che «si gioiva in quelle piú vigorose fiamme» (*). Il qual Cellini dice di sé che «piú volentieri aveva cura di fare tutte quelle cose che piú difficili agli uomini erano state» (3). «Giano della Bella — scrive il Compagni U), — uomo virile e di grande animo, era tanto ardito che difendeva quelle cose che altri abbandonava, e parlava quello che altri taceva, e tutto in favore della giustizia contro a’ colpevoli». Tacito dice il simile di Cornelio Fusco, in cui però l’impeto giovanile trascorreva in temeritá sconsigliata (5). L’ardire non fa velo al giudizio nell’uomo di maturo ingegno, il quale non ignora che ogni grande impresa è un giuoco in cui si mettono a posta la fortuna e la vita,

(1) Di Cesare dice Svetonio: «Dubium cautíor an audentior» (lui., 58).

(2) Vita, 1, 1.

(3) Ibid., il, 2. Altrove racconta di essere stato «tutto fuoco e piú nell’arme immerso che nell’arte» (tbid., 1, io), «un terribile uomo» (ibid., 11,3), «per natura arditissimo» (ibid., 1, 9), di «un animo d’uomo troppo aldacissimo» (ibid., n, 3), «troppo efferato e troppo sicuro» (ibid.), e di «non conoscere di che colore la paura si fosse» (tbid., 1, 3).

(4) Cron., 1.

(5) «Non latti proemiti periculorum, guani ipsti periculti laelus : prò ceriti et olito partis, nova, ambigua, ancipitia malebai» (Htit., li, 86).