Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/194

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di questa dottrina è l’accordo prestabilito delle forze cosmiche, contro il quale l’arbitrio umano non può nulla. Siccome l’individuo è un parto della mentalitá virtuale che va di continuo crescendo e sgomitolandosi nell’intimo seno degli esseri finiti, esso per ordinario armonizza con quel grado di esplicamento che è proprio dell’etá sua; e gl’ingegni pellegrini solo se ne distinguono in quanto precorrono con tal grado, che dopo un breve calcitrare sforzano gli altri a seguirli. Laonde essi per questa parte fanno l’ufficio di acceleratori, come dicemmo di sopra. In ciò versa la vocazione fatale e il preordinamento loro; e da ciò deriva che nascono, vivono, muoiono a proposito, e che anche morendo vincono, perché, se bene l’ individuo perisca, l’ idea sopravvive e prevale. Havvi pertanto una certa ritrosia che non guasta anzi giova, e per cui gli uomini straordinari sono ad una temporanei ed estemporanei. Imperocché, se fossero solo del loro tempo, sarebbero volgari; se non ci appartenessero in alcun modo, riuscirebbero sterili: onde sono «di tutti i tempi», come disse il Giordani del suo grande e infortunato amico (*). L’opportunitá loro pertanto è accompagnata da precessione e da reminiscenza. Riguardando essi dal presente, in cui vivono, agli altri due modi della durata, si radicano nel passato e aspirano verso l’avvenire, per guisa che hanno insieme del tradizionale e del profetico, del primitivo e del palingenesiaco. Né però lasciano di essere contemporanei in modo piú squisito del volgo; giacché, atteso la continuitá propria del tempo, l’oggi essendo pregno dell ’addietro e dell’ innanzi, il presente è insieme regresso e progresso, riassunto e apparecchio, memoria ed aspettativa. La continuitá della durata ne è l’immanenza; e siccome questa risponde alla successione e la sopravanza, cosi l’ingegno da un lato non ha data né secolo, tiene dell’eterno come l’idea che lo informa, e ragguagliato col giorno e coll’ora che corre, ha dell’intempestivo e può parere un anacronismo. Dall’altro lato egli apparisce

(l) Opere, t. li, pp. 236, 392.