Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/225

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conosce gli uomini ed il secolo sará capace di quanto io dico; e chi ne dubitasse farebbe segno di essere digiuno della odierna critica e di vivere nelle condizioni mentali proprie dei nostri avi. Laonde io ammiro la semplicitá di certi oltramontani che, premendo e puntando sovra questo o quel testo biblico, vogliono coniar nuovi simboli e sostituire una nuova foggia di cristianesimo a quelle che regnano; e chiamandolo «evangelico» o «cattolico» o con altro bel nome, stimano di avere vinta la prova. Tali tentativi degni del medio evo si veggono talvolta nei paesi boreali e sovrattutto nell’ Inghilterra, dove a costa di una civiltá squisita fioriscono le anticaglie. Ma essi ripugnano alla virilitá dell’ingegno italiano che non si pasce di frasche; per cui non può darsi alcuna via di mezzo tra lo schietto razionalismo e il culto ortodosso. Ogni opera per sostituire in Italia ai cattolici altri riti cristiani non può riuscire ad altro che a spiantarli tutti; né il razionalismo è una religione, e quando fosse, non può per natura adattarsi alla folla. Altrettale è sottosopra la condizione degli altri paesi ingentiliti, dove quelle sole sètte son tuttavia in onore che han vecchia data e si radicano nella consuetudine. E anche ivi, a mano a mano che l’instruzione cresce e si sparge, la dottrina cattolica e la razionale sono quelle che fan maggiori progressi, raccogliendo di mano in mano i proseliti delle altre credenze, in cui, non ostante lo zelo che mostrano e i romori che fanno, scema ogni giorno l’efficacia e la vita.

Havvene però una che aspira a gran cose, affidandosi al numero de’ suoi fautori e agli eserciti che la proteggono. Ma la forza senza idee è impotente nel santuario; e quali sono le idee, le dottrine, i trovati civili di cui può gloriarsi la Russia? Le sue lettere rendono sinora immagine di una languida e snervata imitazione; e tale scrittore, che mena grido sulla Neva, sarebbe appena menzionato sulla Sprea, sulla Senna e sull’Arno. Né io da ciò voglio inferire il menomo biasimo verso la stirpe russa; la quale, entrata assai tardi nell’arena civile, quanto meno rilusse nel passato, tanto meglio può affidarsi di risplendere nell’avvenire. Anzi io trovo che i russi non la cedono ad alcun