Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/274

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non basterebbe ancora; ma fate meco ragione. Non è egli chiaro che l’Italia unita sarebbe pari alla Francia ed all’Austria? Ora è in balia degl’italiani il porre in atto questa unione, per quanto è necessario a impedire che una potenza straniera si attribuisca l’egemonia loro. Egli basta a tal effetto che si aderiscano al Piemonte, aggiugnendo alla forza che nasce dalle armi quella che proviene dal voto libero delle popolazioni. Tali due potenze, divise, sono deboli e impari a vincere gl’influssi e i contrasti esteriori: unite, diventano invitte. Qualunque sieno le disposizioni della Francia, ella sará costretta di accondiscendere alla volontá del Piemonte armato e di Roma concorde al Piemonte. Imperocché con che color di giustizia potrebbe opporsi al suffragio dei popoli? con che fiducia di successo oserebbe sfidare una milizia che in una guerra di semplice difesa sarebbe formidabile, non che alla Francia, ma a tutta Europa? L’unico modo adunque di sottrarre l’Italia all’egemonia esterna e di mantenere la sua autonomia sta in questo concorso. Dal che si raccoglie vie meglio la somma importanza dei militari apparecchi; i quali richieggonsi non solo per imprimere timore e rispetto agli esterni ma fiducia ai nazionali, i quali non si risolveranno a riporre le loro sorti nelle mani del Piemonte se esso non è in grado di proteggerle efficacemente.

L’esecuzione del disegno dipende da due doti (veramente assai rare in Italia), cioè da energia e prestezza. Quando vi ha gara nelle cose politiche, l’unico modo di riuscire consiste nel prevenire. I V^cmnnin itnlinnn toccherá a chi primo saprá afferrarla, e il Piemonte è spedito senza rimedio se lascia che i suoi vicini gli entrino innanzi. «Prevalendo adunque la democrazia nell’indirizzo della Francia, il re di Sardegna dee offerirlesi subito per alleato. Cosi egli avrá il modo di conoscere le intenzioni del nuovo governo; il quale, se sará savio, assentirá di buon grado per le ragioni altrove discorse. E assentendo, il Piemonte partirá in apparenza colla Francia il disponimelo dell’intera penisola; ma posto il consenso delle popolazioni, ne sará solo arbitro in effetto. Il prefinire qual sia il miglior acconcio da proporre per le cose di Roma sarebbe oggi fuor di