Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/281

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Che giustizia sarebbe il combattere con trame occulte 0 con guerra aperta il re di Sardegna, finché egli osserva i suoi giuramenti e ha la stima, l’amore, la divozione dei suoi popoli? E che ! Voi celebrate in massima la sovranitá del popolo e non tenete alcun conto di quella dei piemontesi? Non fate caso dell’altra Italia che ammira unanime la rettitudine del principe e invidia la sorte del Piemonte? e alla volontá d’infiniti uomini, e si può dire delle popolazioni intere, anteponete il capriccio di un piccol numero di faziosi? Preferite una setta alla nazione? una mano di congiuranti ai padri di famiglia e a tutte le classi di un paese? E volete sottrarre una provincia nobilissima alla quiete e felicitá che gode presentemente, precipitandola nelle incertezze e nei pericoli di uno Stato nuovo ed avventuroso, di cui niuno antivede la fine? Che logica e che moralitá è la vostra? Voi inveite (e avete mille ragioni) contro i rettori dell’Italia inferiore e della Germania, che per opprimere i loro popoli violarono i patti giurati. Ma non vedete che i vostri biasimi cessano di essere autorevoli e diventano assurdi, se trattate allo stesso modo i principi teneri della loro parola? se mettete in un fascio chi tiranneggia i suoi sudditi e chi li benefica? se ragguagliate ad un piano i diritti di Vittorio e quelli di Ferdinando? se siete disposti a farvi giuoco degli uni come degli altri indifferentemente, senza rossore e senza rimorso? Questo è uno sconvolgere tutte le ragioni dell’etica e della sana politica, un confondere insieme il bene e il male, la lode e l’infamia, i meriti e i demeriti. E se metteste in pratica cotal dottrina, che esito sortireste? Stimate forse che gl’italiani sieno acconci a far buona una giustizia distributiva di questa sorte? I popoli non somigliano alle sètte, e sono fedeli ai principi finché i principi attengono le promesse fatte ai popoli. Credete che il cielo sia per benedire una brutta ed iniqua violenza? Oh! non lo sperate. La Francia pagherebbe di nuovo a prezzo di libertá e di sangue la violata autonomia d’ Italia. E forse non vincereste né anco a tempo, perché quanti fra noi si trovano uomini teneri del patrio onore spargerebbero volentieri il loro sangue per la difesa di un principe in cui sarebbe incarnata l’indipendenza