Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/283

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La solitudine è migliore di una compagnia disonorevole, né il Piemonte propriamente sarebbe solo, poiché avrebbe l’amicizia inglese, la quale sarebbe tanto piú fida e efficace, per la rivalitá della Francia e il minacciato bilico di Europa. Né questo è il solo caso in cui egli potrá aiutarsene, giacché, prima che si venga a tali strette, l’autoritá di un potentato cosi illustre potrá corroborare quella del governo sardo e far inclinare dal suo canto la bilancia egemonica. Imperocché alla Gran Bretagna metterebbe per ogni verso piú conto che l’indirizzo delle cose nostre sia in mano di un principe italico ed amico che di una repubblica emula e potente. In fine il Piemonte non sará solo se avrá buone armi, che sono la comitiva piú fida e la guardia piú sicura nei duri frangenti. Questo è in ogni modo il capo e il fondamento del tutto, perché gli Stati deboli sono sempre a discrezione dei forti, e nei giorni critici non si trova amistá né tutela che basti a salvarli. Appoggiato all’alleanza inglese e ad un esercito proprio di centomila uomini, suscettivo in un rischio estremo di aumento notabile; forte della stima e dell’affetto dei popoli, mediante il dignitoso contegno, i patti osservati e le riforme democratiche; il Piemonte potrá stare a vedere e usare i benefizi del tempo. Imperocché né la Francia entrata in una via fallace, né gli ordini repubblicani edificati nel cuor d’Italia a spese del decoro e dell’indipendenza potrebbero promettersi successi lieti e durevoli. Ben tosto l’anarchia entrerebbe nel seno di quelli e forse anco dei nostri vicini: il governo repubblicano sarebbe contaminato, avvilito, renduto odioso dalla sua impotenza e da’ suoi eccessi, e i due paesi correrebbero pericolo di tornare al dispotismo antico. Or chi non vede che il Piemonte, quieto, armato, netto di ogni colpa, non macchiato da popolari licenze né da lega tedesca, potrebbe essere di nuovo moderatore della penisola, preservare la libertá in Italia e fors’anco aiutarla ai nostri confini?

Ma se il Piemonte, in vece di essere il campione d’Italia, si rendesse mancipio dell’Austria con qualche patto occulto o palese; o se anche, guardandosi da tanta vergogna, trascurasse gli apparecchi discorsi e perseverasse nella molle e improvida