Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/288

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di queste, epperò deboli; e se per fortificarsi si rincalzano coi forestieri, il rimedio è peggior del male. Gli esuli, essendo pochi, se vogliono operare diventano una setta e pigliano aspetto di cospiratori; laonde per lo piú falliscono l’intento o la loro riuscita succede per via di sorpresa e di estrinseco aiuto, e come tale non dura e non prospera, perché non ha nella patria le sue radici. Dal che però non segue che gli usciti debbano oziare e che operando non possano giovare al paese natio. Ma in che modo? colle idee sole. L’opera loro, per far profitto, dee essere individuale, non collettizia, né dee versare in altro che nei libri; i quali, quando son meditati e frutto di lunghe fatiche, giovano sempre e in certi casi possono accendere e trasformare una nazione. E a tal ufficio sono forse ancora piú idonei gli esulanti che gli accasati, per le ragioni che ho toccate in altro luogo. Giuseppe Mazzini non ha mai voluto capir questo vero, e va sciupando il suo tempo in congreghe secrete o pubbliche e in bandi puerili e poetici, che, rimestando e ripetendo nauseosamente le generalitá e le forme medesime, le screditano nell’opinione e le rendono ridicole nel parere dei piú.

La scuola di quest’uomo, siccome quando è fuori di casa prepara la salute d’Italia coi comitati e coi programmi, cosi ripatriando vuole effettuarla coi circoli, coi giornali e colle costituenti. Certo al di d’oggi il riordinamento civile di una nazione a principe od a popolo non può passarsi di una Dieta, tale essendo il vezzo dei tempi ; ma non si vuol dimenticare che il capo principale di tali assunti è sempre il magistrato esecutivo, dalla cui sapienza o imperizia dipenderá in ogni caso il buono o reo esito dell’impresa. Il qual magistrato dovrá essere investito di un potere piú o men dittatorio, secondo le occorrenze. E siccome lo scopo primario di esso versa nell’acquisto della nazionalitá (cioè dell’autonomia e della unione considerata generalmente), la quale non è materia sottoposta all’arbitrio degli uomini e bisognosa di consulte, di squittiní, di assemblee deliberative, egli è chiaro che la dittatura ristretta fra questi termini non contraddice alla sovranitá universale. Il voto di questa dee bensí intervenire in appresso per determinare la