Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/294

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se bramano di preservare almeno in parte il loro potere, non hanno altro modo di riuscirvi che quello di una lega sincera coi democratici. Le stesse considerazioni fanno pei democratici, lá dove sin d’oggi credono di soprastare; giacché, per quanto essi abbiano o sieno per avere il sopravvento, se non si allegheranno coi conservatori, il loro regno sará breve e dará luogo piu o manco alla riscossa di quelli. Né li salverá il consenso degli altri paesi; perché ciò che avverrá in Italia succederá pure nell’altra Europa, dove il trionfo della democrazia sará solo momentaneo, come fu nel quarantotto, se essa ripudierá il concorso delle classi conservatrici. Brevemente, l’altalena delle due parti politiche, che affligge da tanto tempo il mondo civile, non avrá fine se non si risolvono ad unirsi l’una coll’altra. E l’unione dee premere ad entrambe ugualmente, perché senza di essa il loro dominio è passeggero e sfuggevole, anzi piú apparente che effettivo; quando le riscosse democratiche sogliono conferire la potenza ai demagoghi, e le conservatrici ai retrogradi. Il che è inevitabile, perché ogni riscossa, essendo violenta o almeno illegale, tende per natura a favorire le parti eccessive e sofistiche piuttosto che le dialettiche e ben temperate.

Ma l’accordo delle due sètte è egli possibile e di facile esecuzione? Facile no; possibile si. Sarebbe in sé facilissimo, perché niente ci si oppone dal canto delle dottrine, le quali, non che ripugnarsi essenzialmente, abbisognano l’una dell’altra. Ma il difetto di cognizione, di perspicacia, di previdenza da un lato; le avversioni personali, i puntigli, le gelosie, le invidie, le abitudini e preoccupazioni faziose dall’altro lato, ci frappongono gravissimi ostacoli. Tuttavia il superare tali impedimenti non è impossibile; e si può sperar che succeda quando le due sètte si rendano ben capaci che il connubio è loro parimente utile, anzi necessario, atteso che il vincolo piú efficace degli uomini è la comunione degli interessi. E l’esempio di tal concordia dovrebbe esser dato dal Piemonte, s’egli aspira veramente alla gloria del grado egemonico. La cosa vi è tanto piú facile quanto che il paese essendo libero, ogni setta ci può dire le sue ragioni, e mancano, se non tutte, molte di quelle cause accidentali