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Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/298

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292 del rinnovamento civile d’italia


perseveranza, e sono «amatori delle conclusioni», come il Cellini dicea di se stesso1. E laddove essi hanno la padronanza di se medesimi, gli spiriti irresoluti e ondeggianti fra gli opposti pareri sono sempre in balia degli altri. I rettori di questa fatta non possono essere autonomi ; e vengono del continuo aggirati e menati pel naso dai minori uffiziali, dai clienti, dagli adulatori, dalle sètte, dalle donne, dalle corti, dai diplomatici, ancorché non se ne avveggano e si credano arbitri dei propri moti.

La capacitá che risulta dal complesso di tali parti è richiesta al credito politico, ma non basta per se sola a procacciarlo e mantenerlo; e però è d’uopo che la sufficienza sia rifiorita dalla virtú. La virtú è il compimento dell’ingegno, che senza di essa è manco, mutilo, imperfetto, prova nel male piú che nel bene e non risponde di gran pezza alla sua vocazione. Ella ha molte parti cosi note che sarebbe superfluo il riandarle; ma due ve ne hanno di cui oggi si fa poco caso, e meritano pertanto una speciale avvertenza. Ciò sono la lealtá del procedere e la dirittura dell’intenzione. Vezzo dei tristi e dei mediocri si è di credere che la perizia versi nell’astuzia, essendo questo uno di quegli errori volgari che si fondano nell’apparenza. E siccome presso i popoli guasti che Cristo dinota col nome di «mondo», e nelle etá corrotte che Tacito distingue col nome di «secolo»2,



  1. Ricordi, 19.
  2. «Corrumpere et corrumpi, saeculi vocatur» (Germ., 19). Il Leopardi dice che «l’idea generale dinotata da Gesú Cristo col nome di ‘mondo’ non si trova sotto una voce unica o sotto una forma precisa in alcun filosofo gentile» (Opere, t. ii, p. 168). Ma il «secolo» di Tacito ha molta convenienza col «mondo» dell’evangelio, e si riscontra con un’altra locuzione di questo, il quale chiama «secolo» lo spazio di tempo assegnato al mondo antico prima che sorga il mondo nuovo; cosicché le due parole vengono a significare la stessa idea nel suo doppio rispetto verso il luogo e la durata. E però fin dai primi tempi «secolo» e «mondo» corrono promiscuamente nella lingua degli scrittori cristiani, e frequentissime presso gli spirituali sono le locuzioni di «amare», «odiare il secolo», «rinunziare», «tornare al secolo», «ritirarsi dal secolo», e simili, dove «secolo» è manifestamente sinonimo di «mondo» nel senso evangelico e ha sottosopra la medesima significanza che nel passo di Tacito testé allegato. Quindi è che le voci di «laico» e di «secolare» furono in origine significative d’ignoranza e di corruzione, e quelle di «uomo mondano» e di «femmina di mondo» suonano anche oggi sinistramente.