Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/317

Da Wikisource.

III

LETTERA DI DANIELE MANIN A VINCENZO GIOBERTI

Cittadino illustre,

Iersera tardi giunse a me ed a’ miei colleghi l’ indirizzo 9 corrente firmato da quindici onorevoli deputati del parlamento sardo. Questo governo non crede che gli convenga darvi risposta ufficiale.

Ond’io mi prendo la libertá di scrivere privatamente a voi, che onoro e venero per le doti altissime d’ingegno e di cuore e della cui stima sento non essere indegno; poiché se in alcune opinioni siamo discordi, concordiamo nello affetto e nello zelo per la causa nazionale e nella risoluzione di fare per essa qualunque sagrifízio, fin quello delle nostre opinioni.

Rimettere in campo quistioni politiche, e cosi introdurre un elemento di discordia nella popolazione e nella milizia mentre siamo strettamente circondati da truppe nemiche, sarebbe atto imprudente, che porrebbe in gravissimo pericolo la sicurezza di questa cittadella delle libertá italiane, la quale dall’11 agosto si mantenne e si mantiene inespugnata, perché abbiamo instaurata e conservata la concordia. Quando per opera dell’esercito sardo od altrimenti le nostre condizioni militari migliorassero, noi avremmo maggior libertá d’azione. Ma oggi sarebbe tradimento andare incontro ad un pericolo sicuro per la lusinga d’un aiuto incerto. Si ripassi il Ticino: poi parleremo.

Vogliate, prego, far gradire agli egregi vostri colleghi la significazione della viva nostra riconoscenza per l’interessamento che mostrano verso questa prode cittá e l’attestazione della nostra profonda stima.

E voi, sommo, non isdegnate nel novero de’ vostri ammiratori

Di Venezia, il 26 ottobre 1848.

il vostro devotissimo senatore

Daniele Manin.