Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/372

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c’è al Rinnovamento la piú piccola allusione. E soltanto mercé una congettura possiamo stabilire che egli vi lavorasse giá dall’aprile di quell’anno. Infatti il 16 aprile 1850 il filosofo subalpino chiedeva a Domenico Carutti l’«indirizzo di Massimo d’ Azeglio a’ suoi elettori, in cui si malmenava il ministero democratico [quello presieduto dal Gioberti], e l’indirizzo del Pinelli pure ai suoi elettori, in cui si dava garbatamente del bugiardo a me ed ai miei riveriti colleghi»(i). A che cosa mai gli potevano servire quegli indirizzi se non pel Rinnovamento ?

Comunque, certa cosa è che nell’autunno del 1850 il Gioberti doveva alacremente lavorarvi intorno. All’amico Giorgio Pallavicino, che lo invitava a scrivere una serie di articoli anonimi per Y Opinione (*), rispondeva, il i° ottobre, che «le occupazioni in cui si trovava erano tali che non pativano la menoma interruzione né perdita di tempo, ed erano inaccordabili coll’opera che gli si proponeva» (3). Ché anzi il lavoro doveva essere tanto inoltrato che al Le Monnier, proprio in quei giorni di passaggio per Parigi (4), il Gioberti poteva giá proporre di farsi editore della nuova opera, la quale sarebbe stata compiuta al piú presto. E la promessa non era campata in aria. Due mesi dopo egli si metteva in traccia d’un altro documento, che inseriva poi tra i Documenti e schiarimenti ( 5 ); e il 22 decembre 1850 poteva finalmente scrivere

(1) Massari, p. 459.

(2) Lettera del Pallavicino del 25 settembre 1850, in II Piemonte negli anni 1S5051-52. — Lettere di V. G. e G. P., per cura di B. E. Mainkri (Milano, Rechiedei,

  • 875). P- 44

(3) Maineri, p. 49.

(4) Ciò si desume da uua lettera del G. al Farmi del 15 ottobre 1850, inviatagli a mano per mezzo, appunto, del Le Monnier. Cfr. Massari, p. 479.

(5) Ossia l’atto della mediazione anglo-francese: si veda piú sopra p. 321 sgg. Mette conto narrare tutta la fatica che dovè durare il G. per procurarselo. Il 9 dee. 1850 egli dunque scriveva al Pali. (Maineri, p. 62): «Avrei bisogno di avere una copia dell’atto della mediazione anglofrancese, soscritta dal conte di Revel ai 15 di agosto 1848. Mi pare alcuni mesi fa di aver veduto il titolo della raccolta dei documenti diplomatici a ciò relativi, stampati in Piemonte: questa raccolta dovrebbe contenere l’atto desiderato. In caso poi che questo atto non sia ancora uscito alla luce, si potrebbe vedere di ottenerne una copia dagli Esteri ; ma bisognerebbe far la domanda in modo che non si subodorasse nemmen da lontano che essa si faccia per conto mio. — Alla peggio, in difetto del documento, si potrebbe colle medesime cautele chiamare a Rattazzi, che lo lesse, quali erano le clausole relative alle basi della mediazione. Anch’io lessi l’atto quando ero ministro, e me ne ricordo benissimo; ma siccome allora la mediazione non aveva piú alcuna importanza, lo lessi una volta