Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/124

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Ormai debbo rassegnarmi a ricevere la metà della posta che dovrei avere. Pazienza. Qui continuo a fare la vita di trincea, la più odiosa e seccante, sempre immobile e rannicchiato per tutte le ore del giorno. Ci si muove soltanto a buio. D’azione non se ne parla, e ci tocca assistere come spettatori a quella degli altri. Disagi e freddo non ne sento, ed è inutile che tu mi spedisca roba di cui non so che farmi, tanto più che l’inverno forse lo passerò a casa in congedo. La guerra va benissimo, e abbiamo vittorie strepitose su tutta la linea. Ti scrivo un’altra cartolina da pubblicarsi, come vedrai dal solito contrassegno delle due righe all’angolo sinistro in alto. Hai ricevuto le altre due che ho mandato?

Saluta le signorine Mazzinghi, le suore, ecc. Giorgio, come forse saprai, non è con noi.

Abbracci e baci innumerevoli.

Giosuè


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26 ottobre 1915.


Mamma cara,

per darti un’idea dello stato d’animo a cui ha ridotto i nostri avversari l’opera delle nostre