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zierò a uno a uno tutti i gentili amici che t’hanno assistito in quello spiacevole frangente. E non se ne parli più. Tra giorni ti manderò un vaglia di trecento lire.
Grazie, grazie, mamma, delle tue forti, belle, intrepide parole. Così ti voglio: salda, sicura, impavida, e cecamente fiduciosa nella provvidenza del Signore. Io pure, grazie al Cielo, sono qua perfettamente sereno e tranquillo. Oggi sarà una* giornata decisiva, come sentirai dall’altra cartolina che ti scrivo perchè sia pubblicata. Spero di far bene il mio dovere, fino in fondo.
Frattanto ti bacio e t’abbraccio e ti benedico, con amore infinito.
Giosuè.
(66)
28 ottobre 1915.
- Mamma adorata,
per tutto ieri l’azione si risolse in quattro violentissimi controattacchi dei nostri avversari, che non ci fecero perdere nemmeno un