Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/181

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immenso rimpianto. E così don Ezio, e tutti, compresi i graduati e i gregari. Un plebiscito d’affetto di cui sono amareggiatissimo. Tutti hanno osservato la mia mestizia e la mia malinconia. Credono che sia perchè mi manchi tu, ma non è che livida invidia, odio e rancore. Grazie della roba che mi prometti. Ieri ti arrivò una scatola di biscottini mezzi sbriciolati. Non te li ho respinti, perchè ti sarebbero giunti volatizzati, e perchè di qui è impossibile mandare pacchi. Li ho divisi fraternamente tra me, Maltagliati, Gaspari, Gaforelli e Stiffelino. Spero che sarai già andato a trovare il mio Ettore. Ti abbraccio con molta precauzione.

Giosuè.

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Al padre Cantini, del Monte alle Croci.

9 Ottobre 1915.

Mio cariss.

sto bene: e puoi immaginare con che cuore accetto il tuo caro dono. Ho sempre il tuo libro a portata di mano, nella mia tenda, e l’ho