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a Pino, Calò, Marialù, come io ho pensato teneramente a tutti, a tutti.

Bacia il tuo Mino, Meletta, l’Emmina, e per te abbiti il mio abbraccio piú fraterno. Viva l’Italia! Viva la libertà!

Giosuè.

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Alla contessa Franquinet - Firenze.

20 Ottobre 1915.

Mia buona e gentile Signora,

mi perdoni se non ho risposto prima alla Sua lettera, tanto cara e gradita per me; ma, mi creda, sono abbastanza scusabile, poichè il tempo mi è sempre mancato. Ormai non potrei tardare di più, perchè siamo in piena avanzata, e forse tra poche ore andremo all’attacco. Saremo impegnati molto a fondo, in un’azione importantissima. Non dubito del suo esito vittorioso, perchè si è fatta una preparazione veramente formidabile, e perchè tutti nei, fino all’ultimo soldato, siamo pieni d’ardore e d’entusiasmo, ma dubito di poterle scrivere più tardi. All’attacco io avrò l’onore d’essere in