Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/115

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— 409 — gusto delle arti e convertirsi in un gregge d’imitatori servili. Ove insorgessero sdegni tra l’uno e l’altro degli artisti, rattemperavali; ed ora con riprensioni benigne, ora con molti acuti e leggiadri, destramente alla concordia li ritraeva. Così era da lutti stimato in sommo grado per la lealtà del carattere, pei modi cortesi, per la gioconda gravità nel conversare, sostenuta dalla bellezza del volto e dalla bianca barba che gli scendeva sul petto, e che dava un non so che di venerando a tutta la sua presenza. Venuto poi verso l’ultima vecchiaia, e morti i più di quegli artefici e savii cittadini, coi quali era solilo intrattenersi familiarmente, poco altro divertimento si pigliava che nello studio della botanica; coltivando a tal fine di sua mano un bel giardinetto, che avea presso San Giovanni in Bragora, riguardante sulla laguna c non guari dalla sua casa lontano. Svagatosi alcuna ora in quell’ameno c salubre esercizio, ripigliava tutto fresco di mente i ferri e il mazzuolo, e gli parca quasi rivivere ai giovanili suoi anni. Nè ci volle meno di assiduità e di perseveranza per avverare ciò clic il Ridollì racconta di lui «che di sue belle statue, getti di bronzo c sontuosi sepolcri arrichì la città e lo stato di Venezia.» In questa sola ventiquattro chiese andarono fastose dei lavori di lui; senza ricordar quei mollissimi, dei quali decorò altri luoghi pubblici, e case e palazzi dei privati. E ciò basti di Alessandro artista. Di Alessandro Vittoria, come uomo e nella vita civile, diremo ch’egli fu costante seguace dell’antica Digitized by Google