Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/23

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— 17 — de’ suoi primi passi fu verso la casa del maestro, che l’abbracciò colle più care dimostrazioni di affetto. Da questo momento la loro amicizia non fu più turbala che dalla morte. La prima opera che il Vittoria esegui nell’officina del Sansovino, fu per la fabbrica della Libreria antica di San Marco; in cui mise quella diligenza e sapere ch’egli poteva maggiori. Vi fece in pietra d’Istria due femmine gigantesche o cariatidi, alle dicci piedi ciascuna, che fermano gli stipili dell’arco interno di mezzo, che dà l’ingresso alla scala della Libreria. Malgrado la loro grandezza, queste femmine appaiono svelle c graziose, c da capo a piedi fra se rispondenti a giuste e ben misurate proporzioni. «Non si possono lodare convenientemente (dice il Temanza); tanta è la loro maestà c facilità in ogni parte.» Nel lavoro di queste cariatidi Alessandro si lece ajutare dai tre fratelli Vicentini e da altri. Una di esse vedesi incisa in rame nella storia della scoltura dell’illustre Cicognara. In quest’opera, che il Sansovino gli aveva falla allogare, pose il Vittoria più studio c fatica che il maestro non esigesse; e ciò torna a gran lode del discepolo, che ammendava il fallo dell’avventatezza passala con più virtù e gloria, che non fu effetto di vizio e accompagnato da vergogna il fallire. E quanto dappoi fosse l’amore che Alessandro portava, fin che visse, al riconciliato maestro, oltre a quello che riferiremo più innanzi, lo dimostra, a nostro credere, il tempio di San Giuliano, fabbrica allogata al Sansovino e da lui, che per la grave età non la poteva eseguire, commessa al Vittoria. E ancorché 5 Digilized by Google