Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/83

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a concorrervi coi loro modelli; e gli emuli del Vittoria non aveano mancato di addimandare con grandissime istanze, che ad altri e non a lui, forestiero, questo pa* trio lavoro si allogasse. Ma la costoro insolenza non valea tanto ad affliggere il Vittoria, quanto la virtù dei Veneti a consolarlo. Gli uomini di savissimo intendimento che allora reggevano queste cose della Repubblica, guidali da opportuno consiglio, rimisero a lui l’esecuzione di questa grand’opera, lasciando in sua balia il mutare, raggiungere, lo scemare e perfino l’eleggere il luogo dove collocarla. A tutto ciò corrispose il Vittorio perfettamente; e il suo lavoro sta litio nella muraglia del corridoio di fronte alla sala dei Giganti nel palazzo ducale; opera grandiosa ed eccellente in ogni sua parte; e specialmente nelle due femmine; una su ciascun lato, che sono di forine nobili e leggiadre c d’ampio e bello panneggiamento. Nell’aquila poi, che, sospesa in sull’ali, sorregge il monumento, scopri la gagliardia del re degli uccelli e ministro di Giove; e gli angiolini, che sollazzevoli lo sormontano, rapiscono il riguardante colla grazia dei volli e della capigliatura. Nell’esecuzione di quest’opera Alessandro si fece ajutare, fra gli altri, da Marcantonio Palladio, come ricavasi dalle sue stesse Memorie. Lavorò pure in quest’anno, e in parte nel susseguente 157G, due mappe di stucco; una ornatissima al patrizio Leonardo Pesaro, avendo seco maestro Ranista Zanco, già suo garzone; l’altra, a richiesta del patrizio Lorenzo Soranzo. E se diciamo mappe, non s’intenda