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Pagina:Giovanni Botti, I boccali di Montelupo.djvu/11

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nascosi tuttorn ne esistessero; laonde andavo facendo sovente nuove interrogazioni analoghe a varie persone, anche alla campagme nel fare le mie passeggiate.

Presa in un bel mattino della vaga stagione della decorsa primavera la vecchia erta strada di Firenze, per meglio godere della purità dell'aria dolcemente temperata; venni ad allontanarmi più del consueto; e. lasciato a sinistra il piccolo, e lugubre Castello del Malmantile, che deve il merito al nostro famoso Lippi di essere ovunque rinomato, siccome fatto sede di una Regina, di veramente poetica, e giocosa invenzione, m'inoltrai alquanto nell'adiacente amena vallata, tramezzata da vari mormoreggianti ruscelli.

Postomi a sedere presso di ombroso Leccio a lato ad un bosco, io ascoltava la tanto gustosa armonla di due rosignoli, che alternavano ivi i lieti loro canti. Ero in un punito d'onde scorgevasi un molto esteso Orizzonte, circoscritto nel lontano lembo da simili montagne, e intersecato in vicinanza