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La strega 129


pelle in pelle. Gli domandai come stava, così come si farebbe.

«Come vo’ tu che stia?» mi rispose.

— Perchè? — gli domandai — ci sono dei malati in casa?

«Altro che malati! Devi dire dei moribondi; sono otto giorni che la mia nipote non si sa più se sia morta o viva. Le ho bell’e detto addio. Il dottore non ci viene neppur più, È lì nel letto senza mangiare, cogli occhi chiusi; a chiamarla non risponde, è lo stesso che dire al muro. Se volete passare a vederla.»

— Io, lo sapete, Nunzia, ho bazzicato tante case, e ne ho visti tanti de’ malati! Una certa pratica ce l’ho... e poi la conoscevo bene; mi rammento che la facevo sempre confondere, e poi le ero affezionato, da che fece tanta assistenza alla mia povera Gioconda: insomma volli andare a vederla, ed entrai in camera. L’avete visto un morto? Così era lei; stecchita lì nel letto a occhi chiusi, ghiaccia come un pezzo di marmo; respirava a mala pena. Aveva avuto tutti i sacramenti, e il prete le aveva bell’e raccomandato l’anima. A vederla in quella maniera, Gesù non vuol bugìe, mi vennero le lacrime agli occhi; lo sapete come son fatto. Io dissi: — Non l’avete provate tutte? I dottori non l’hanno bell’è fatta spedita? Morta per morta si dee tentar l’ultima. Vo’ andare a sentire il medico di ***.