Pagina:Giovanni Magherini-Graziani - Novelle valdarnesi.djvu/196

Da Wikisource.

Fioraccio 153


— Ma pure è così. Passavo per andare a lavorare nel campo. Quando sono stato difaccia al camposanto, mi è venuto fatto di voltarmi ed ho visto come un panno bianco, proprio li dove l’avevo sotterrato. Credevo di non aver visto bene e mi son voluto sincerare. Per caso avevo la chiave in tasca, e sono entralo dentro..... Era lui! Gesù non vuol bugie, sono scappato senza neppur voltarmi indietro.

— E sei venuto a svegliar me!....

— O da chi dovevo andare? Il bello è che la terra non pare neppure toccata...

— Sarà stato qualcuno per far dispetto...

il cancello era chiuso?

— Chiuso a mandata. Se vedesse, è nero come il carbone, e puzza che appesta.

— L’hai risotterrato?

— Non ci ho pensato neppure! E poi bisognerà che ci venga anche lei, perchè quello potrebbe anche non essere un affare naturale... non sarà.... non dico....

— Stamani per l’appunto non posso, devo andava all’Uffizio a X.

— Ci potrebbe venire avanti, è questione d’un ora.

— No, dài retta a me, vai e risotterralo.

— Ma.....

— Vai, vai, mettilo in fondo bene, e vedrai che non ritornerà più fuori.