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Fioraccio 165


— La cassa è bell’e fatta.... la devo portar qui?

— Che ti pare? Quando è buio la porterai al camposanto, lì lo incasserai te; senti se ci viene anche Cecco.... insomma fai tu, basta che sia incassato.... E poi bisognerà pensare a portarlo.

— Ho capito, — risposi, — le devo fare tutte io a quanto pare! Facciamo anche questa!

— A dirlo a Cecco non si cava le mani di nulla, e qui bisogna risolvere.

— Ma a portarlo via come si fa?

— In qualche modo bisognerà portarlo.

— Bisognerà dirlo a qualcheduno della Compagnia.

— No, perchè lo sapete meglio di me, bisogna far la cosa occulta più che sia possibile.

— Occulta capisco, ma pure bisognerà trovare qualcuno che lo porti. E non la metto fatta di trovarli i vogliosi; di qui all’Arno è lunga.... ma se vuole, sentirò.

— Badiamo veh! prudenza!

— O non mi farebbe rider lei? Come si fa a chiamare uno a durar fatica per un lavoro come questo, e non dirgli di che si tratta; bisogna dirgliela tale e quale, come la sta.

— Fai tu, — mi disse il prete, — fai meglio che puoi, e buona notte.

Ma quando fui nella strada ritornai subito in su dal priore.