Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/163

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mani, nella esecuzione dei capelli del Bambino, nel piegare dei panni e perfino nella forma del gradino del trono, tali somiglianze non causali, e certe analogie caratteristiche con la tavola dell’Accademia di Firenze, già nella chiesa di Sant’Ambrogio, da togliere ogni dubbio sull’autore della pittura. Dalla quale, certamente per la rapida fama acquistata da Masaccio, trasse poi manifesta ispirazione l’ignoto pittore della bella opera con la Vergine, il Bambino e vari Santi, già ricordata fra i quadri che da San Lorenzo furono trasportati nella sagrestia dell’Oratorio.

San Biagio con la mitra, il pastorale, i tradizionali pani nella destra, ed un libro chiuso nella sinistra, è vestito di camice e di ricco piviale riunito sul petto da un fermaglio di forma ovale ed ornato di gemme. Ha barba e capelli bianchi riccioluti, sguardo vivo, aspetto dignitoso. La mano con cui tiene il pastorale appoggiato alla spalla e i pani, è coperta dal guanto episcopale; l’altra con cui regge il libro e il piviale alzato, è nuda.

S. Lorenzo, giovane dalla espressione calma, dolce e viva e coi capelli ricadenti sulla fronte, ha la veste che gli giunge poco sotto ai ginocchi, stretta da una cintura. Dalla dalmatica chiusa al collo e lunga quanto la veste, escono le mani, con una delle quali, la destra, sostiene la palma del martirio ed accenna ad un cuore ardente tenuto in alto con la sinistra. Ha calze a maglia e semplici scarpe in piede.

In queste due figure, più che nella Madonna, si scorgono le qualità dell’artista che le esegui; e se il