Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/194

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ed in basso scorgonsi alcuni saettatori con vesti varie e bizzarre, spiritosamente mossi e alcuno rappresentato con tanta inconsiderata licenza, che se poteva addirsi al carattere dell’artista, non era certo conveniente in una chiesa e punto adatta ad ispirare devozione ai fedeli. Il nome dell’autore si ha dalla scritta:

qesto lavorio a fato fare lvca di govachino -p- sva divotione ano domin ···· (mcc) cclvii di dicembre giovanni di -s- giovanni dipinse1)

Il colorito delle figure é ricco e vivace, ed il tocco molto franco dimostra una mano assai pratica. L’espressione strana e ruvidamente energica dei volti manifesta che Giovanni, conducendo il lavoro, ben si ricordava delle faccie e della brutalità de’ suoi compagni di ventura allorché, fuggito di casa, stette «parecchi anni al soldo», e la vivezza di quell’espressione gli fu senza dubbio ispirata dal fratello, col quale si sa che abitava in Firenze e col quale sembra abbia lavorato.

Maggiore ispirazione tolse evidentemente da Tommaso l’ignoto autore delle altre pitture della chiesa, tutte mezzo sparite, come può vedersi nella figura

  1. Non è possibile dubitare che il Giovanni nominato nell’iscrizione non sia il fratello di Tommaso, perchè la S che precede il nome ha il segno per indicare che significa Ser (Giovanni di Ser Giovanni), poi perchè se si trattasse di un altro pittore del medesimo nome che avesse voluto indicare il luogo di nascita avrebbe scritto Da San Giovanni e non di San Giovanni, forma questa moderna e non certamente usata nel secolo XV.