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tamento. Così dopo avere messe tutte le parti nella loro posizione naturale, bisogna ricorrere all’apparecchio proprio a contenerle: si applicano dapprima delle faldelle di filacce, bene graduate ed inzuppate in un liquore fortificante o stimolante1; tutte le cavità essendo riempiute e le stoppe sufficientemente spesse per prevenire le compressioni parziali, si applicano le stecche a ciò disposte, e che vengono ricoperte con altre faldelle inzuppate nell’albume. Si può dispensarsi dall’uso delle stecche: in allora lo strato formato dalla stoppa carica di bianco d’uovo avrà un certo spessore. L’albume aglutina le fibre della stoppa, le quali, disseccandosi, acquistano una consitenza considerabile e formano un involto compatto e molto solido2. Questa specie di guaina, d’astuccio modellato sulla parte,s’ottiene anche col mezzo del gesso, preparato ed adoperato convenientemente. Alcuni pratici consolidano l’apparecchio con uno strato di pece, al disopra del quale applicano nuova stoppa; ma questa sostanza resinosa non raggiunge lo scopo come il bianco d’uovo fresco ed il gesso. Ci limitiamo a queste considerazioni; ommettiamo conseguentemente tutte le precauzioni necessarie onde l’apparecchio non si smuova, o per mantene-

  1. Le prescrizioni indicate non devono applicarsi che alla frat tura dell’osso del pastorale; il secondo falangeo fratturato trovasi abbastanza contenuto dallo zoccolo, nel quale è rinchiuso in maggior parte.
  2. Per dare a questo strato esterno una durezza molto rimarchevole, basta sciogliere un poco di calce viva nell’albume ed impiegare il miscuglio.