Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. I.djvu/270

Da Wikisource.
238 Giro del Mondo

meno (che dovea far l’istessa strada) patteggiai di dargli per me un zecchino, ed una piastra per lo servidore. Quindi conducendol’avanti il Vice-Consolo, acciò mi dasse il suo parere, se poteva sicuramente andare; mi disse di sì, perché il cocchiero era Cristiano Bulgaro (della Terra di Felibè quattro giornate distante d’Adrianopoli) e conosciuto, per aver fatto più viaggi in Gallipoli: dopo di che, essendo stabilito il contratto, il Bulgaro mi diede dieci parà di caparro; al contrario d’Italia, dove ricevono, non danno i vetturini.

Frattanto attese il Consolo a regalarmi bene; essendo persona comoda, che avea molti schiavi al suo comando, e supellettili all’Italiana: di maniera che avendomi dato la mattina bene da desinare, non lasciò la sera di fare una lauta cena di pesce per me, e carne per lui; non tralasciando però nel mangiare le sue superstizioni Giudaiche, sì nelle orazioni, come in non permettere, che io partissi il pane. Trovando i melloni ottimi, e migliori dì quelli di Parabita nel Regno di Napoli, ne feci una buona provvigione il Sabato 19. dopo di che prese congedo da me il Rabbino, per andare


alla