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430 Giro del Mondo

dò il servidore di Mr. Preschet da parte del suo Padrone, rendè l’arme senza prender nulla.

Il Martedì 11. però, mentre era uscito dalla mia stanza, per entrare in quella del mentovato Mr. Preschet, vidi venire, per la porta del Karvanserà, il Turco, che avea renduto lo schioppo; e farmi segnale, che mi fermassi. Io senza pensare ad altro, passai oltre; perche non intendendo la sua favella, mi sarebbe stato vano il trattenimento. Sdegnato il superbo Turco, che io facessi poco conto del fatto suo, si pose in fretta dentro, e posto mano al Cangiar o coltello, mi corse sopra per ferirmi, e già l’arebbe eseguito, se il Preschet non l’avesse trattenuto, abbracciandolo per mezzo. Io non avrei temuto della sua arroganza, se fussimo stati altrove; ma nel paese Turchesco troppo rigorosa pena s’eseguisce contro un Franco, che pon mano addosso ad un Turco; e perciò facendogli dare quello, che pretendeva, me lo tolsi dinanzi.

Il Mercordì 12. fui convitato a desinare dal P. Villot, e bevemmo allegramente per lo nostro felice arrivo: ma questa allegrezza mi fu disturbata il Giovedì


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