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mano degli offesi; e questi conducendo il reo al luogo del patibolo, con le proprie mani a lor piacere lo fan morire. Egli si può accordare con danajo, però è di sì gran vergogna rimetter l’ingiuria per tal mezzo, che o di rado, o non mai ciò adiviene.

I ladri di campagna non ponno sperar perdono, e sono puniti con diverse sorti di supplicj. Gli appendono alle volte col capo all’in giù ad una sella di Cammello, e poi aprono loro il ventre. Talora murano il reo sino alla gola, e dopo avergli lasciata una pippa in bocca per ultimo soccorso, lo lasciano così miseramente morire: sicche per compassione chi passa suol tagliargli la testa. Altri sono arrostiti col lardo acceso, come si fa a’ polli, e poi tagliate le carni per le piazze: ed infiniti altri tormenti, che recheriano soverchio orrore a riferirgli.

Egli si è ben vero, che tai ruberie di strade pubbliche non succedono così allo spesso, per le guardie che vi fanno i Rattar: ma quando succedono, il kan della Provincia è tenuto pagare il prezzo delle cose rubate, dopo quattro mesi o dieci giorni, che ha di tempo per trovare il ladro. Alcuni Kan sono però pron-


tissi-